Nella mia esperienza di persona attenta ai bambini ho potuto notare quanto l’uomo (e i bambini, che sono piccoli uomini) siano inclini a rimediare ai loro errori.
L’offerta a sistemare il latte versato piuttosto che una lavata di testa, è sempre più apprezzata dal bambino perché egli viene in primo luogo considerato grande – hai fatto un errore, ma puoi sistemarlo-, in secondo luogo perché il senso di colpa non ha mai fatto bene alla morale e al comportamento.
Dico questo non solo in qualità di osservatore di bambini e autore dedicato all’aiuto dei genitori, ma anche in base ad un’esperienza diretta nel mondo della riabilitazione.
Il mondo delle prigioni ha due facce: quella espressa dalla Costituzione che prevede, come io ho scoperto con i bambini, la riabilitazione, e quella che invece esiste spesso nelle carceri dove il prigioniero è un reietto pronto a delinquere per fuggire, avere dei favori e non rispettare i regolamenti.
Durante un corso che ho tenuto proprio all’interno di un carcere (non di massima sicurezza dove per intenderci sono rinchiusi elementi pericolosi) ho potuto notare quanto i prigionieri partecipanti al corso fossero interessati agli argomenti trattati che si rivolgevano al ripristino di valori, al recupero degli affetti e altri soggetti nel tentativo di riguadagnare un rispetto di sè stessi che avevano perduto.
Gli occhi delle persone presenti (e non erano poche) chiedevano una risposta alla loro condizione: erano cadute è vero, ma ci tenevano a rialzarsi e a riprendere a camminare.
Oggi, quando offro al bambino che è stato a lungo “castigato” per i suoi errori, o lasciato fare (barbara pratica di una schiera di genitori che hanno smarrito valori ed identità) e gli offro la possibilità di recuperare e di rimettere a posto, trovo facilmente collaborazione e pace.
Pace non è un termine abusato. Un bambino che viene trattato correttamente, a cui viene permesso di sistemare le cose che ha messo in disordine o che ha fatto cadere, è un bambino in pace con sè stesso e con il suo ambiente. Un bambino castigato è solo uno che se riesce te la farà pagare.
Ora se quello che io ho osservato nei bambini, se quello che io ho osservato nella mia esperienza è vero, il recupero non solo è possibile, ma addirittura è più utile per la società.
Persone che hanno sbagliato e che vengono condannate non devono fare un “internato” per delinquere durante il periodo di detenzione, per poi uscire dalla prigione più criminali di quanto lo erano quando ci sono entrate. Il fallimento non è soltanto il loro. È di tutta la società. Persone così possono e dovrebbero essere condotte verso un percorso di vera riabilitazione che però passa attraverso la convinzione di coloro che sono da questa parte delle sbarre, che loro possono cambiare e ripristinare rispetto e fiducia in sé stessi.
La pace mancata nel loro piccolo mondo andrà a creare una guerra di cui tutti ne subiranno le conseguenze.
Articolo scritto da Donato Salvia, creatore del Progetto “Fuori dagli Schermi”
Scrivi un commento